Nelle stories della mattina del 22 luglio di fronte al Faema Flagship Store uno di noi due ha dichiarato di essersi iscritto alla gara per riuscire a scrivere un articolo e per spiegare cosa si prova dal “dietro le quinte” di una competizione.
Ebbene, vivere quei momenti è stato completamente diverso dalla fase del “passare per vedere cosa succede”.
Si vivono attimi di forte tensione e ognuno lo fa per diversi motivi: chi perché è la prima volta, chi ne ha fatte diverse ed ha la “responsabilità” di non deludere le aspettative altrui ne tantomeno di se stesso, chi invece è lì per tentare ma comunque è influenzato dall’ atmosfera.
Le qualificazioni sono una tappa obbligatoria per chi aspira alla gara vera e propria nazionale del 2020 presso la fiera Sigep di Rimini.
Era la prima volta che presenziavamo e partecipavamo alle qualificazioni.
La competition Cup Tasters è organizzata dallo Sca Italia come ogni anno, e consiste nell’indovinare la cup diversa della triade.
E’ una triangolazione. Sul tavolo ci sono 8 gruppi composti da tre tazze. Ogni gruppo all’interno ne possiede una contenente un caffè differente dagli altri due. Bisogna quindi scovare l’intruso. Ovviamente è una gara a tempo. A parità di tazze indovinate, vince chi ne ha impiegato meno.
Man mano che passavano i minuti e si scopriva il livello degli avversari, gli sguardi tra i partecipanti mutavano in un sentimento di ansia e un po’ di sgomento che si traducevano in :
- Perché son qui?
- Che mi ha detto la testa?
- Non pensavo il livello fosse così alto
- Potevo starmene a casa
Da parte nostra non c’è stato un rimpianto fino a questo punto semplicemente perché ci sentivamo preventivamente giustificati dal fallimento per via di non essere professionisti del settore ma coffee lovers che passano le loro giornate a decifrare le note aromatiche dei caffè ed estrarli con qualsiasi metodo di estrazione possano entrare in contatto.

Paranoia no stop o stop paranoia?
E nelle settimane precedenti la sfida, abbiamo lavorato più su una preparazione psicologica, essenziale per la concentrazione e per lo stato d’animo, ovvero: “ l’eliminazione della paranoia”.
Sapete quella vocina che nel mentre stai assaggiando le tre tazze ti dice: ”ma sei proprio sicuro sia quella giusta? Perché forse potrebbe essere quell’altra!” Ecco: è la voce ingannevole che bisogna cercare subito di eliminare. Lasciare parlare liberamente i sensi e imparare ad ascoltarli è la prima arma per la vittoria. Poi senz’altro l’allenamento quotidiano non fa altro che arricchire la strategia sensoriale fino al punto di perfezionarsi.

Storia del pallino invisibile
Il ricordo più nitido di questa esperienza sarà “il pallino invisibile”: la tazza giusta – da indovinare – presentava sotto di sé un pallino nero, che serviva per attestare la sua diversità.
E’ un pallino iscritto nel regolamento della gara.
Dopo aver assaggiato tutte le cups ti ritrovi per forza alla sua mercè . Il momento della verità prima o poi arriva.
Ed il nostro è stato favoloso! Si prende ogni tazza selezionata e si porta in alto per farla vedere al giudice:
- Prima Cup: pallino (azz! nonostante la robusta)
- Seconda cup: pallino
- Terza cup: pallino
- Quarta cup: pallino (tremo tremo tremo)
- Quinta cup: pallino (sono fuori dal confine “figuraccia”)
- Sesta cup: pallino (seeeee…)
- Settima cup: no (eccolallà)
- Ottava cup: Pallino (però!)
Sette cups su otto indovinate. Sette pallini scovati!
Ma perché erano invisibili? Erano invisibili nella mia testa.
Dopo la fase di assaggio ero così emozionata ed impaurita allo stesso tempo di scoprire la verità, che ogni volta che sollevavo la tazza per cercare il pallino, non lo vedevo ma nella mia testa si materializzava dopo che Angelo (trainer Faema, presentatore e organizzatore della qualificazione) proclamava il verdetto .
Olfatto promosso , vista bocciata.
Al prossimo anno!

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